La distruzione dei Buddha di Bamijan (2001)

Dal sito di Rai Educational

Il 26 febbraio il governo dei Talebani, la milizia fondamentalista che controlla la quasi totalità dell’Afghanistan, annuncia l’intenzione di distruggere i Buddha giganti di Bamiyan, uno dei reperti archeologici più importanti del paese.

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Nei giorni successivi, nonostante le proteste della comunità internazionale, i Talebani si accingono a demolire le gigantesche strutture [rispettivamente di 53 e 37 metri di altezza], antiche raffigurazioni del Buddha risalenti ad un periodo compreso tra il III e il V secolo d.C.

Secondo la rigida interpretazione dei precetti islamici professata dai Talebani, le due statue devono essere demolite in quanto testimonianza del passato idolatra e preislamico del paese.

Per alcune settimane si susseguono notizie contraddittorie sulla sorte dei Buddha, finché un filmato non ne documenta, in maniera inequivocabile, la distruzione.

L’UNESCO ha avuto dure parole di condanna per l’operato del governo afgano… ma i Talebani hanno risposto alle accuse dichiarando di non riconoscere le statue come bene culturale.

Di fatto nulla ha impedito ai Talebani di procedere in un’azione che il resto del mondo ha unanimemente giudicato come irresponsabile e oscurantista, evidenziando… l’esistenza di una etica globale contrapposta, in questo caso, all’etica locale dei valori professati dai Talebani.

Approfondimenti:

Tibet afgano

Cos’è rimasto dei Buddha di Bamiyan. La loro storia, da Hsuan-Tsang a Edmund Melzl. Dal sito Peace Reporter.

 

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